Ho già detto che vivo nella quiete della campagna toscana, ma non ho detto quanto sono innamorata delle mie colline.
Per dirla tutta, ho amato prima le mie colline e poi la mia casa.
E si tratta di un amore serio e collaudato, visto che dura da oltre vent’anni, cioè da quando mio marito e io decidemmo di trovarci un buen retiro lontano dal caos della città, in cui tutti e due sguazzavamo da sempre.
La casa era praticamente un rudere, ma le colline erano intatte, perfette, e la prima cosa a cui pensai furono i risvegli in mezzo a tutta quella meraviglia, glissando, con la leggerezza dell’incoscienza, sul fatto che – prima di svegliarmi – avrei dovuto dormirci in quel casale e che – per dormirci – avrei dovuto avere un tetto sulla testa, un dettaglio architettonico che in quel momento aveva più buchi che tegole.
Avete letto “Sotto il sole della Toscana”? Be’, a parte l’ostacolo della lingua, i problemi della ristrutturazione furono gli stessi.
Ma, diciotto mesi più tardi, il nostro casale era pronto e io cominicai a svegliarmi davvero in mezzo a tutta quella meraviglia.
Come stamattina.
Sono seduta sull’aia a bere il mio primo caffè della giornata e mi guardo intorno con lo stesso stupore della prima volta che le vidi, queste colline, che si rincorrono e si sovrappongono in un mosaico di olivi, vigneti, prati e qualche ciuffo di bosco.
Poso la tazzina e sposto lo sguardo sul giardino, che ho voluto di proposito multicolore e un po’ arruffato, perché la Natura non è prati all’inglese e siepi scolpite, né fiori disposti con diligenza per tipo e per colore.
Con la coda dell’occhio vedo qualcosa che si muove a neanche dieci metri da me. Mi volto.
Tre caprioli stanno brucando il prato e i miei fiori, e io mi sento proiettata di colpo in uno dei film che hanno segnato la mia infanzia: sì, Bambi, anche se lui era un cerbiatto e non un capriolo.
Rimango immobile e quasi trattengo il fiato, per paura di spaventarli.
Li guardo, sembrano tranquilli. Mi faccio coraggio e, con un movimento furtivo, afferro il telefonino e scatto una foto.
Eccola qua: come in una favola…