Il commissario Bonelli si trova davanti a un nuovo caso e io – in quanto sua biografa-preferita-nonché-unica – mi sono rimessa a seguirne le peripezie.

Siamo solo al decimo capitolo, ma il caso si presenta complicato o, per meglio dire, misterioso e pieno di interrogativi. Un’incognita tra le tante è che manca un movente: un fatto che – unito al modus operandi dell’assassino (o degli assassini?) – potrebbe far pensare a un serial killer.
Così, questa volta, Bonelli non dovrà darsi da fare soltanto per scoprire il colpevole, ma anche per capire se e quando colpirà ancora. Un rebus angosciante, perché potrebbe riguardarlo da vicino, e non solo come investigatore.

Vederlo così teso mi dispiace, ma non posso aiutarlo più di tanto. Devo dosare gli indizi, nascondendoli con sottile perfidia tra le pagine, per far sì che il nostro eroe arrivi da solo alla soluzione e, allo stesso tempo, che non ci arrivi da solo anche il lettore.

Questa terza indagine segnerà il ritorno di Matteo Ferrari, il giallista famoso e fascinoso che già ne “Le tessere mancanti” si è guadagnato il consenso di lettori e lettrici.

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